Quanto sta avvenendo sui mercati finanziari, complice l’emergenza covid 19, mette in agitazione la maggior parte dei risparmiatori. Una preoccupazione più che giustificata, visti i cali corposi avvenuti su tutti i mercati mondiali, nessuno escluso.

Una situazione che ha coinvolto tutti gli asset finanziari, anche se gli storni, per quanto ovvio, sono stati ben più marcati sul comparto azionario, da sempre maggior esposto alla volatilità. Ed è proprio questo il fattore che, salvo una rapida ed efficace soluzione della pandemia, la farà da padrona sui mercati finanziari.

Emergenza Covid: è arrivato il momento per entrare o riposizionarsi sui mercati azionari?

Per gli investitori che, loro malgrado, avessero già aperto delle posizioni nei mercati azionari prima dello storno delle ultime settimane, la maggior parte degli esperti consiglia di non vendere: recuperare i valori “pre-covid” è alquanto complicato in un arco temporale di breve periodo, ma limitare la consistente perdita, superata questa prima fase di panico ed emergenza sanitaria, viene ritenuta dagli stessi auspicabile e realizzabile.

Qualche addetto ai lavori suggerisce di mediare, andando ad acquistare titoli azionari ai prezzi attuali in modo di abbassare la perdita accumulata. Tutti consigli tecnicamente corretti, ma che dinanzi alla potenza deflagrante del virus non possono trovare alcun riscontro. Si vive, di fatto, nell’incertezza, anche se la storia insegna che ad ogni discesa dei mercati corrisponde, poi, una risalita.

I temi sul banco, però, restano due. Il primo è capire se, effettivamente, si è toccato il fondo. I mercati, spesso, sono anticipatori e tendono a posizionarsi in base a quello che riserverà il futuro.

Un chiaro esempio, in tal senso, è rappresentato da quanto avvenuto nel secondo semestre del 2018 e nell’intero scorso anno. Nonostante gli indicatori fossero positivi, al punto che diversi esperti prevedevano un aumento dei tassi della Banca Centrale Europea, i mercati azionari accusarono una forte discesa a causa della decisione “protezionistica” di Trump, che minacciò di applicare forti dazi commerciali alla Cina e, seppur in misura minore, al Vecchio Continente.

Gli effetti di queste mosse dell’inquilino della Casa Bianca, effettuate – fortunatamente – in misura meno vigorosa di quanto originariamente paventato, sono divenute tangibili solo nel 2019, con un rallentamento delle maggiori economie mondiali e l’intervento delle banche centrali a supporto dell’economia reale.

I mercati azionari, però, hanno fatto registrare delle forti performance positive, in quanto la politica di Trump, nel frattempo, si era fatta più labile e gli effetti dei dazi erano già stati scontati nell’anno precedente.

Quali sono i comparti difensivi in questa fase?

Il secondo tema, fatto salvo che si sia veramente toccato il fondo, è quello se sia effettivamente conveniente entrare, oggi, nel mercato azionario. I prezzi sono sicuramente appetibili, ma la situazione economica resta incerta. Oggi più che mai, di conseguenza, è decisamente importante scegliere dove investire, cercando di selezionare quei titoli che, soprattutto in questa fase, possono garantire dei buoni margini di guadagno.

Va da sé che, data la situazione attuale, i titoli afferenti al mondo del sistema farmaceutico e sanitario dovrebbero rivelarsi forieri di potenziali profitti: mai come in questo in momento, infatti, sono chiamati ad una produzione massiccia e consistente. Il mondo della “salute”, però, non è l’unico che potrebbe riservare soddisfazioni agli investitori.

Quanto sta accadendo, infatti, sta completamente sconvolgendo abitudini e modalità di lavoro della maggior parte delle persone. E il ricorso massiccio allo smart working, ne è il più fulgido esempio.

In tal senso, i titoli del settore tecnologico, specie quelli che garantiscono al mondo intero di essere interconnesso, potrebbero avere una funzione “protettiva” assai efficace. Ad esempio, abbiamo raccolto queste informazioni utili sulle azioni Microsoft, un’azienda che, secondo alcuni analisti, potrebbe incrementare ulteriormente i propri utili nei prossimi mesi.