Nel corso degli ultimi anni, la tematica del lavoro, che è sempre stata decisamente scottante, lo è diventato, se possibile, ancora di più. Certo, la pandemia, un disastro che a quanto poteva essere anche evitato, ha reso tutto più complicato, ma in fondo il mercato del lavoro da ormai diversi anni si barcamena su un equilibrio decisamente risicato.

Una delle poche risorse che i giovani stanno utilizzando per cercare di restare a galla in questo complicatissimo intreccio che è il mondo del lavoro, è indubbiamente la tecnologia. Gli smartphone, infatti, permettono non solo di potersi divertire con i vari portali casinoonlineaams.com, ma anche di rimanere sempre aggiornati su tutte le varie offerte di lavoro, ma al contempo anche crearsi da zero un lavoro, magari diventando blogger piuttosto che influencer, che rappresentano un mercato in forte crescita, sfruttando tutte le potenzialità offerte dai social network.

Lavoro in nero e tanta disoccupazione

Per buona parte degli Under 35 la situazione è decisamente difficoltosa. Dando un’occhiata a buona parte dei loro curriculum, si può notare come ci siano una notevole ricchezza di esperienze di lavoro in nero, senza un contratto oppure con contratti precari e tanta, troppa, disoccupazione.

Le retribuzioni sono decisamente ridotte all’osso, spesso e volentieri rimanendo al di sotto della soglia di 10 mila euro, mentre più della metà dei giovani è costretta a fare una scelta piuttosto pesante, ovvero quella di non poter vivere in autonomia, ma dovendo restare ancora al di sotto del tetto materno, insieme ai propri genitori.

Con queste basi, è chiaro che il futuro provoca inevitabilmente un senso di incertezza e di paura. Buona parte dei giovani intervistati in questa indagine hanno ammesso che l’importo che riceveranno come assegno pensionistico non consentirà loro di poter vivere una quotidianità in modo dignitoso.

Si vive ancora con i genitori

Non bisogna di sicuro rimanere a bocca aperta dando uno sguardo alla situazione familiare dei lavoratori Under 35. Infatti, le statistiche sono impietose e mettono in evidenza come uno su due vive ancora con i genitori.

Solamente il 37,9% di coloro che sono stati intervistati, infatti, vive da solo oppure con il partner. Interessante anche un altro dato, che probabilmente permette di comprendere ancora di più quanto la presenza di un contratto di lavoro stabile possa fare la differenza in ambito familiare e sui progetti futuri del nucleo stesso. Infatti, il 56,3% di coloro che hanno un lavoro caratterizzato da una certa stabilità è riuscito a realizzare un nuovo nucleo familiare, mentre solamente il 33,5% di coloro i quali hanno un lavoro discontinuo sono riusciti in tale intento.

Gran parte dei giovani, oltre il 54%, può vantare solo esperienze di lavoro senza aver mai stipulato alcun tipo di contratto, mentre più del 61% di coloro che hanno preso parte all’indagine ha accettato un contratto di lavoro sottopagato, ma ci sono anche percentuali particolarmente alte, rispettivamente 37,5% e 32,5%, di quanti hanno ammesso di aver ricevuto dei pagamenti inferiori rispetto a quanto stabilito dal contratto oppure di non essere stati mai pagati per l’attività di lavoro che è stata portata a termine. Come se non bastasse, nel 13,6% i giovani hanno ammesso di aver pure subito vessazioni o molestie durante l’esperienza di lavoro affrontata.

Vulnerabilità, emigrazione e scelte obbligate

Tutti questi dati si riflettono inevitabilmente sulle scelte procreative, tenendo anche di un’altra statistica, ovvero che un gran numero di giovani decidono di lasciare la propria Regione, circa il 27,1% degli intervistati, oppure muoversi in un altro Comune della propria Regione. Solo nell’8% dei casi c’è un secco diniego al fatto di trasferirsi in un altro Comune per lavorare.