Con il primo freddo e l’arrivo della stagione invernale nelle case degli italiani tornano a funzionare i riscaldamenti.

Prima dell’accensione è bene però effettuare dei controlli sull’impianto e sulla caldaia oltre a visionare a quale zona climatica appartiene la nostra città.

Perché con la nuova normativa non è possibile accendere liberamente i termosifoni ma è necessario seguire regole e date ben precise, come stabilisce UIL regolamento ormai ultra ventennale.

Per chi viola le regole il decreto prevede multe anche salate, fino a 2.065 euro.

LE REGOLE DA SEGUIRE

Il calendario termico suddivide i comuni italiani in ben sei zone termiche dalla A alla F, in base al clima locale e al meteo. E si applica anche agli appartamenti con termosifone autonomo.

In casa i radiatori si possono tenere a 20, massimo 22° C dalle 5 di mattina alle 23. A parte quelli che sono gli impianti centralizzati di nuovo tipo con sistemi di termoregolazione, cronotermostato e teleriscaldamento. Restano fuori anche alcuni tipi d’impianto termico al servizio di più unità immobiliari: gli amministratori dei condomini che ne sono dotati devono esporre una tabella che indichi orario e giorni annuali di accensione.

LE ZONE CLIMATICHE. QUANDO ACCENDERE E SPEGNERE IL RISCALDAMENTO

Zona F. Stiamo parlando della fascia concernente le città di Cuneo, Belluno e Trento. Sono queste forse le uniche città per le quali, in fatto di clima, non sono previste limitazioni precise

Zona E. Riguarda citt  come Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna. Qui i riscaldamenti si accendono dal 15 ottobre al 14 aprile, per la durata di 14 ore al giorno. 

Il Comune di Biella, che ultimamente vive un calo termico più repentini rispetto a prima, anticipa l’accensione di riscaldamenti al 7 ottobre 2019, per massimo 7 ore al giorno.

In questa zona rientrano anche alcune città dislocate tra Liguria e Piemonte. Si tratta più precisamente dei Comuni di: Altare, Carcare, Cairo Menotte, Cengio e Dego, in provincia di Savona.

Zona D. Include quasi tutte le città e i paesi che sono dislocate o al Centro o al Sud Italia. Sono annoverate anche alcune città settentrionali che non soffrono molto il freddo. Le località interessate sono le seguenti: Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia. Le amministrazioni prevedono l’accensione dal 1° novembre fino al 14 aprile, per la durata di 12 ore al giorno.

Zona C. Partiamo subito col dire che sono qui integrate le città di Imperia (unica settentrionale), Latina, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Taranto, Brindisi, Catanzaro, Cosenza, Cagliari, Oristano, Sassari e Ragusa. L’accensione è prevista dal 15 novembre al 31 marzo, per 10 ore al giorno.

Zona B. Fanno parte quasi tutte le città di Calabria e Sicilia. Sono infatti  incluse le province di Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento. In queste zone è più tarda l’accensione che parte il 1° dicembre mentre lo spegnimento è per il 31 marzo, e si possono tenere in funzione per 8 ore al giorno.

Zona A. Qui rientrano tutte quelle città per nulla fresche che includono i paesi più meridionali della Sicilia: i Comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle. La legge prevede il funzionamento dal 1° dicembre fino al 15 marzo, per massimo 6 ore al giorno.