Il fisco ha deciso di mettere al bando i furbetti qualche anno fa con la creazione di un nuovo redditometro. Quando il Governo ha provato a metterlo in fase di sperimentazione, ha vagliato la lista dei contribuenti per 2-3 mesi, così  da provare l’efficacia del nuovo strumento di controllo. Il tutto attraverso le associazioni di categorie che ha l’obbiettivo di monitorare è accertare la coerenza tra il reddito dichiarato e la capacità di spesa. Da febbraio 2012 è entrato poi a regime.

Il redditometro ha iniziato a funzionare per le dichiarazioni presentate nel 2010 relative cioè all’anno d’imposta 2009. Dunque per l’Agenzia delle Entrate è stato possibile usare il redditometro a partire dalle dichiarazioni dei redditi 2010. Nel mirino ci sono oltre 22 milioni di famiglie, per complessivi 50 milioni di soggetti.

LE SPESE

Nell’ambito del nuovo redditometro sono state individuate sette categorie di spesa: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative e cura delle persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti.

Nel capitolo abitazione, entrano nel redditometro le spese relative ai mutui, alle ristrutturazioni, agli elettrodomestici, agli arredi ma anche quelle per l’energia elettrica, i collaboratori domestici, la telefonia fissa e mobile e il gas. Quanto ai mezzi di trasporto, sotto la lente del fisco finiscono le spese per minicar, caravan, barche, moto, auto e mezzi di trasporto in leasing o noleggio.

Sul fronte delle assicurazioni e dei contributi previdenziali, entrano nel redditometro le assicurazioni vita, danni, malattia, responsabilità civile, incendio e furto, ma anche i contributi obbligatori, volontari e la previdenza complementare.

Nel capitolo istruzione figurano le spese per asili nido, scuole, corsi di lingue straniere, soggiorni di studio all’estero, corsi universitari, master e canoni di locazione per studenti universitari.

Quanto alle attività sportive e ricreative, nel redditometro entrano le spese per le attività sportive, i circoli culturali, i cavalli, i giochi on line, gli alberghi, gli abbonamenti allo stadio o ad altri eventi sportivi e culturali.

Le spese significative nel mirino del fisco possono concernere gli oggetti d’arte, i gioielli e i preziosi, ma anche le donazioni a onlus e simili e gli assegni corrisposti al coniuge.

A partire da febbraio 2012, è stato dunque messo a disposizione dei singoli contribuenti e degli intermediari che li assistono un apposito software per verificare la coerenza della propria posizione.

COME FUNZIONA IL REDITTOMETRO

Le famiglie considerate sono, dunque, oltre 22 milioni e verranno divise in 55 gruppi omogenei che si otterranno incrociando gli 11 nuclei familiari, dai single con meno di 35 anni alle coppie con più di tre figli, alle cinque aree geografiche (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole).

Per ciascuno dei 55 gruppi omogenei le voci indicative della capacità di spesa contribuiscono in misura differenziata alla stima del reddito della famiglia.

Lo strumento è utilizzato esclusivamente – stando a ciò che spiega l’Agenzia delle Entrate – per orientare il contribuente verso la compliance e per potenziare l’analisi del rischio di evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Se il contribuente, pur consapevole della incoerenza, non modifica il comportamento dichiarativo, viene sicuramente selezionato per ulteriori approfondimenti, calibrati in funzione dell’entità dello scostamento. Se lo scostamento tra i redditi e le spese è basso, il fisco non procederà ad accertamenti; se lo scostamento è medio parte la prima fase del contraddittorio per approfondire le cause dello scostamento stimato; se lo scostamento è molto elevato si procede all’accertamento.

Da qualche anno a questa parte comunque pare che l’uso ferreo del redditometro sia andato un po’ scemando, anche se con la nuova Legge di Bilancio si è prospettato l’allargamento della sua portata per tornare nuovamente ad un controllo rigido sui contribuenti.