Sebbene la pratica dell’emissione di assegno sia sempre meno diffusa, specialmente tra i più giovani, questo modo di pagare resta sempre una possibilità che molte banche offrono, grazie al rilascio di un blocchetto di assegni nel momento in cui un cliente decide di aprire un nuovo conto corrente.
A volte, può capitare che uno di questi assegni non sia coperto. Cosa vuol dire? Che il conto associato, dal quale effettuare il prelievo del denaro, non dispone della cifra necessaria a saldare il pagamento.
Da questa ipotesi nascono diverse domande, alle quali daremo risposta in questo articolo, analizzando nel dettaglio cosa accade in caso di assegno a vuoto e se tale pratica costituisce reato penale.
Emissione assegno a vuoto: cosa significa?
Un assegno a vuoto non è altro che un pagamento emesso senza che il conto associato disponga della somma necessaria all’adempimento.
Un aspetto negativo di quando si riceve un pagamento tramite assegno, è l’impossibilità di sapere se quest’ultimo è scoperto. Non ci si accorge nell’immediato di tale problematica e non è presente alcun sistema online che consente di effettuare una verifica.
L’unico modo per averne la certezza è quello di recarsi presso la propria banca, chiedendo di incassare l’assegno. In questo caso, sarà l’impiegato della filiale a effettuare la verifica che riguarda la copertura dei fondi.
Bisogna precisare, che solamente un assegno bancario può essere a vuoto. Quelli circolari, hanno il vantaggio di essere assicurati dalla stessa banca che li emette. Dunque, quando non si conosce in maniera approfondita il proprio debitore, è consigliabile affidarsi al metodo di pagamento più sicuro, ovvero l’assegno circolare.
Assegno a vuoto cosa fare: scopriamo come comportarsi in questo caso
Se si emette un assegno a vuoto, la propria banca provvederà all’invio di una comunicazione, sotto forma di raccomandata. Nel caso di cliente abituale, invece, tale informazione può essere ricevuta tramite contatto telefonico o di posta elettronica.
Dopo esser stati informati, si hanno 60 giorni di tempo per procedere con la regolarizzazione delle propria posizione. In questi casi, si potrà pagare:
- la cifra indicata sopra l’assegno;
- una penale che equivale a una quota fissa, ovvero il 10% del totale dell’assegno;
- gli interessi legali;
- possibili spese di protesto.
All’interno della comunicazione inviata dalla banca, in caso di emissione di assegno scoperto, verrà anche richiesto di non utilizzare ulteriormente tale metodo di pagamento. Questo accade quando non si effettua il pagamento tardivo dell’assegno protestato.
È lecito chiedersi, a questo punto, quanto tempo si ha per coprire un assegno a vuoto. Per il pagamento si dispone di:
- 68 giorni per pagare in ritardo un assegno su piazza;
- 75 giorni per quelli pagati fuori piazza.
Tali tempi vengono calcolati prendendo come riferimento la data di emissione, che si può trovare sull’assegno.
Assegno a vuoto cosa succede: quali scenari si aprono?
Quando si paga con assegno a vuoto, qualsiasi sia il comportamento da parte di chi deve ricevere il credito, la banca è comunque tenuta a inviare una comunicazione al soggetto che lo ha emesso.
In questa comunicazione, è importante che quest’ultimo venga avvisato, nello specifico:
- delle gravi conseguenze e delle sanzioni previste dalla legge italiana in merito, comprese quelle accessorie;
- dell’opportunità di poter regolarizzare la posizione, effettuando un pagamento tardivo (di cui abbiamo visto le tempistiche previste);
- dell’impossibilità non poter emettere assegni, in quanto viene revocata l’autorizzazione.
Se chi ha emesso l’assegno scoperto decide di effettuare un pagamento tardivo, quest’ultimo può essere realizzato tramite un versamento sul proprio conto corrente. Così, si avrà la possibilità di avere a disposizione la cifra utile alla copertura dell’assegno.
In alternativa, è possibile pagare la somma dovuta direttamente al creditore, utilizzando uno strumento finanziario differente, come ad esempio un vaglia o un bonifico. In questi casi, è necessario anche redigere una scrittura liberatoria per il debitore.
Assegno a vuoto reato: cosa si rischia a livello penale?
Una delle preoccupazioni maggiori, di paga attraverso un assegno bancario scoperto è se tale azione costituisce un reato per la legge italiana.
Le norme vigenti nel nostro Paese, non considerano più questa pratica come un reato e ciò significa che pagare attraverso un assegno a vuoto non ha rilevanza penale e non prevede la reclusione all’interno del carcere.
In alcuni casi, però, occorre tener conto del fatto che ci si può imbattere, ugualmente, in conseguenze di tipo penale. Si tratta dei casi di truffa o insolvenza fraudolenta. Cosa significa? Questi reati avvengono quando chi emette l’assegno a vuoto mette in pratica atteggiamenti e raggiri che hanno lo scopo di convincere il soggetto creditore della reale disponibilità sul conto della somma che deve ricevere, garantendo che l’assegno sarà coperto.
Quando questo tipo di comportamento avviene, si rischiano gravi conseguenze penali. In ogni caso, il debitore rischia anche seri problemi legati alla difficoltà di ricevere prestiti futuri.
Infatti, nel caso in cui il pagamento non viene effettuato nelle tempistiche stabilite dalla legge, la banca deve:
- segnalare il soggetto alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI);
- inviare un’informativa al Prefetto di competenza, che dovrà rendere formale la sanzione amministrativa.
Quando si riceve una segnalazione alla Centrale di Allarme Interbancaria, il soggetto debitore si pone in una situazione poco piacevole. Tale azione, infatti, rende impossibile l’accesso a ogni tipo di credito, come mutui, finanziamenti, prestiti e così via.
Inoltre, viene preclusa anche la possibilità di aprire altri conti correnti presso qualsiasi altra banca. Il procedimento amministrativo, che viene avviato dal Prefetto di competenza, se non viene contestato, si conclude con l’attuazione di un decreto ingiuntivo di pagamento di una multa, ovvero:
- da una cifra minima di 516,34 euro a una massima di 3.098,74 euro per somme dell’assegno a vuoto che non superano i 10.329,14 euro. È previsto il raddoppio della somma, se l’importo supera tale cifra o nel caso il debitore sia recidivo;
- se viene superata la cifra di 2.582 euro, viene revocata l’autorizzazione a emettere assegni. Il periodo di tale revoca va da un minimo di 2 anni a un massimo di 5 anni;
- quando si superano i 51.645,69 euro, si applica la sanzione accessoria di interdizione all’esercizio della professione, sia nel caso di attività imprenditoriale che autonoma.