Il sussidio di disoccupazione è un’indennità che spetta ai lavoratori, assicurati contro la disoccupazione, che siano stati licenziati.
Spetta anche ai lavoratori che sono stati sospesi da aziende colpite da eventi temporanei non causati né dai lavoratori né dal datore di lavoro (mancanza di lavoro, di commesse o di ordini, crisi di mercato ecc.).
Non spetta ai lavoratori che si dimettano volontariamente, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa (mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, variazione delle mansioni ecc.).
Per ottenerla bisogna essere assicurati all’Inps da almeno due anni e avere almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro.
La NASPI
Quanto detto poc’anzi vale per tutti i lavoratori dipendenti. Tuttavia per alcune categorie, ad oggi è invece possibile chiedere la Naspi. Essa vale per:
- apprendisti;
- dipendenti della pubblica amministrazione con un contratto a tempo determinato;
- personale artistico con contratto subordinato a tempo determinato;
- soci lavoratori di cooperative con un rapporto di lavoro subordinato.
LA DURATA del NASPI
Per ciò che concerne la durata l’indennità di disoccupazione è strettamente correlata alla posizione contributiva del lavoratore. Comunque sia in linea di massima dura per un massimo di 24 mesi. Nello specifico, il tempo massimo è uguale alla metà delle settimane coperte da contribuzione nei quattro anni precedenti il giorno di perdita del lavoro.
Inoltre doveroso è evidenziare che per i lavoratori sospesi vale il limite massimo di 65 giorni.
Quanti soldi come Naspi?
L’indennità di disoccupazione aggiornata all’anno corrente corrisponde a circa il 75% della retribuzione mensile risultante da tale operazione. Questo vale ammesso che la paga fosse uguale o inferiore a 1.221,44 euro.
Se la retribuzione va oltre la suddetta somma, invece, l’importo dell’indennità di disoccupazione 2019 non solo sarà del 75% di tale importo a cui si somma poi un importo pari al 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo.
Il pagamento avviene ogni mese e va ad includere anche gli Assegni al Nucleo Familiare se al lavoratore spettano.
Ai lavoratori sospesi è pagata nella misura del 50% della retribuzione. L’importo massimo dell’indennità è di € 858,58 elevato a € 1.031,93 per i lavoratori che hanno una retribuzione mensile lorda superiore a € 1.857,48.
Quando cessa la Naspi
Il trattamento si interrompe quando il lavoratore: ha percepito tutte le giornate d’indennità spettanti viene avviato ad un nuovo lavoro diventa titolare di pensione diretta viene cancellato dalle liste di disoccupazione.
Come fare la domanda per la disoccupazione / Naspi
Dopo essersi iscritti nelle liste dei disoccupati presso il Centro per l’impiego, si può presentare la domanda di indennità di disoccupazione ordinaria agli uffici Inps più vicini al luogo di abitazione entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Svolgendosi ormai tutto attraverso il web, per avviare la pratica di disoccupazione bisogna collegarsi al sito dell’INPS e inserire un pin dispositivo. Qualora non ne fossimo in possesso sarebbe bene farne richiesta (magari servendosi dell’aiuto di un CAF).
Le azioni per la richiesta della disoccupazione non sono affatto difficili, e possono essere riassunte nel modo seguente:
- Effettuare la registrazione al sito INPS ed eseguire il login nell’area dei Servizi online del sito ufficiale dell’Inps;
- Andare nella sezione Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito e poi premere dove c’è scritto dicitura Naspi, che è posto sulla barra di sinistra;
- Dopo essere entrati in questa sezione basta premere su Indennità di Naspi e poi effettuare l’ Invio domanda.
Bastano questi pochi semplici passaggi, previo controllo molto accurato dell’inserimento dei propri dati anagrafici, completati poi dall’indicazione dei motivi del licenziamento e il gioco è praticamente fatto. A questo punto si può effettuare il definitivo invio delle domanda di disoccupazione, attraverso la quale verrà o meno accettata l’indennità 2019.